Sopravvivenza e resistenza di gruppi rom tra antiziganismo e questioni giuridiche
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/21380Parole chiave:
antiziganismo, criminalizzazione, marginalizzazione, carcere, sopravvivenzaAbstract
Il presente articolo analizza le rappresentazioni negative e le forme di accanimento mediatico e giuridico nei confronti delle comunità rom e sinti. Le popolazioni rom sono oggetto di una costruzione sociale stigmatizzante, veicolata attraverso un sapere stereotipato e superficiale. Le generalizzazioni che coinvolgono sia i minori sia gli adulti rom e sinti, contribuiscono a legittimare forzature in ambito giuridico. L’accanimento penale in particolare si manifesta attraverso condanne sproporzionate, che nascono dall’associazione sistematica tra rom, sinti e criminalità, ignorando le cause strutturali che li espongono alla povertà, alle discriminazioni e di conseguenza ai circuiti dell’illegalità. Tuttavia, alcune identità culturali si plasmano attraverso il confronto quotidiano con la marginalizzazione, in una costante lotta la sopravvivenza materiale, psicologica e culturale. La sopravvivenza in contesti di ghettizzazione abitativa, esclusione scolastica, disoccupazione e mancanza di accesso ai servizi assume un significato particolarmente profondo diventando strumento di resistenza. La principale strategia di sopravvivenza di alcuni gruppi rom è sempre stata quella di vivere in comunità, di vivere insieme, rimanendo unite per affrontare le sfide quotidiane mantenendo alcuni legami identitari e resistendo così ai processi di isolamento.
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