Rom e sinti, percorsi di partecipazione alla memoria pubblica. La pedagogia del riconoscimento attraverso l’arte

Autori

  • Silvia Bencini University of Florence

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/21265

Parole chiave:

pedagogia del riconoscimento, public history of education, genocidio, rom e sinti, storia sociale dell’educazione

Abstract

Questo contributo muove dalla descrizione del lento processo di costruzione di una memoria collettiva in relazione al passato di persecuzione e sterminio del popolo rom e sinto. Ad oggi, il genocidio di questa popolazione fatica a rientrare nella definizione di memoria pubblica di una Nazione, ma anche di quella collettiva maggioritaria. Si tratta piuttosto di una memoria comunitaria, che nasce, si consolida e sopravvive in particolare grazie all’oralità e al fondamentale ruolo dell’arte. Nel saggio che propongo, la pedagogia del riconoscimento, in quanto necessaria costruzione di uno spazio condiviso di confronto e narrazione in un contesto educativo multidisciplinare, appare come unica soluzione alla condizione di forte ghettizzazione e stigmatizzazione sociale subita dalla maggioranza della comunità rom e sinta. In questo contesto, l’analisi prende in considerazione il progetto TRACER, come esempio di Progetto europeo di ricerca-azione, costruito in riferimento ai concetti della Pedagogia del Riconoscimento e della piena partecipazione di giovani rom e sinti alle attività, terminando con uno sguardo sulla capacità di alcune storie professionali di indicare la via verso percorsi pedagogici.

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Pubblicato

2025-05-29

Come citare

Bencini, S. (2025). Rom e sinti, percorsi di partecipazione alla memoria pubblica. La pedagogia del riconoscimento attraverso l’arte. Educazione Interculturale, 23(1), 83–97. https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/21265