Educazione al razzismo attraverso l’adultocentrismo: necropolitica e bambini di colore
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/17035Parole chiave:
bambini di colore, necropolitica, razzismo, BrasileAbstract
In Brasile, l’ultimo Paese delle Americhe ad aver abolito la schiavitù, gli effetti della colonizzazione si riverberano nell’insorgere di una necropolitica che colpisce direttamente i giovani, i bambini di colore. Secondo il Forum Brasiliano per la Sicurezza Pubblica, tra il 2016 e il 2020, 35 mila persone tra gli 0 e i 17 anni sono state uccise in modo violento. Nel 2021, circa 7 bambini o giovani sono stati vittime di violenza letale ogni giorno. Per questo, il presente articolo ripensa la condizione della necropolitica contemporanea considerando la sua genealogia colonizzatrice, adottando come asse centrale la comprensione del «complesso di Miguel Otávio» (Souza e Carvalho, 2022, p. 7) ovvero la tendenza, che può essere razionale o meno, consapevole o inconsapevole, in base alla quale l’adultocentrismo banalizza i rischi a cui sono sottoposti bambini e bambine, tendenza che può arrivare a far sì che muoiano in forme gratuite, stupide, violente, irresponsabili o negligenti. Considerando esempi come quello di Miguel Otávio Santana, che aveva 4 anni ed è stato ucciso per abbandono infantile e di João Pedro Mattos, che aveva 14 anni ed è stato colpito dalla polizia con un colpo di fucile, è possibile comprendere che tali processi educano la società brasiliana a trattare le differenze come sinonimo di disuguaglianze e che l’adultocentrismo ha un ruolo fondamentale nella costituzione del razzismo brasiliano che sostiene e rende possibile la morte di bambini di colore.
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