Famiglie Rom e insegnanti: l’acquisizione di visibilità e riconoscimento attraverso l’attuazione di politiche socio-educative
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/15989Parole chiave:
Rom, politiche sociali, scuola, integrazione, marginalità, dispersione scolasticaAbstract
Una delle questioni centrali della nostra epoca è la dispersione scolastica. In questo paper si è deciso di analizzare in che misura la dispersione scolastica coinvolga i Rom, ovvero uno dei gruppi sociali maggiormente marginalizzati. L’ipotesi di fondo, che è stata avanzata in stretta connessione con la ricerca sul campo, è che la percezione delle rappresentazioni delle famiglie Rom e degli insegnanti, possano essere mediate attraverso una progettazione integrata, basata sul partenariato pubblico-privato affidata alle istituzioni e alle organizzazioni presenti e attive sul territorio, al fine di garantire un mantenimento delle differenze individuali e collettive e favorendo una reciproca conoscenza. L’obiettivo della ricerca è osservare se gli effetti di una progettazione integrata, dove i Rom sono parte attiva, siano utili anche a decostruire quello stereotipo che si alimenta di essenzialità culturali per giustificare la marginalizzazione e la dispersione scolastica. L’UE nel rapporto del 2019 ha confermato che un numero maggiore di bambini Rom partecipa all’educazione nella fascia dedicata alla prima infanzia e primaria (53% nel 2016, rispetto al 47% nel 2011). Risultano invece meno gli abbandoni prematuri (68% nel 2016, e 87% nel 2011). Dalla ricerca è emerso che una progettualità integrata, tra Rom e comunità scolastica, rappresenti già essa stessa un’azione di integrazione sociale, in grado di valorizzare e riconoscere le differenze, generando al contempo una diminuzione della dispersione e una maggior visibilità e inclusione sociale.
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